Compassione

insegnamenti

La natura della Compassione è una mente che riconoscendo la sofferenza negli altri esseri, si prende
la responsabilità di portare a loro beneficio, e si prende in sé le sofferenze degli altri, questa è la vera
Compassione, questa è una vera qualità della nostra mente.
Non importa quanto siamo ricchi, o intelligenti, se non abbiamo una mente compassionevole,
vivremo una vita di sofferenza mentale, e di insoddisfazioni, questo a causa che, rivolgiamo verso noi
stessi i desideri e i piaceri.
Nel cibare il nostro ego non troveremo mai soddisfazioni e felicità permanenti, in più la nostra vita ci
sembrerà vuota e insoddisfacente, ma se sviluppiamo una mente compassionevole, quello che ci
capiterà sarà grande, la vita comincerà ad avere un vero scopo, ed il nostro ego sarà sopraffatto
dall’amore e dalla compassione.
Per far nascere in noi la Compassione abbiamo bisogno del suo oggetto, gli esseri senzienti, perché
senza di essi non potremmo far emergere questo stato mentale di altruismo. Con questa mente che
discrimina continuamente il buono, il cattivo e l’indifferente non riusciremo a poter provare
Compassione per chi proviamo antipatia, e nemmeno per chi non proviamo niente, cioè indifferenza.
Per sviluppare Compassione dobbiamo prendere come primo oggetto di meditazione le persone per
cui proviamo amore, la nostra famiglia, i nostri amici, tutte quelle persone che nel vederle soffrire
proviamo il desiderio di prendersi le loro sofferenze. Dovremmo sviluppare la Compassione che una
madre ha verso i suoi figli nel vederli soffrire, addestrandoci in questo modo, in noi nascerà
l’aspirazione alla Compassione, “come il movimento del respiro è il pre-requisito della forza vitale di
un essere umano, la grande Compassione è il pre-requisito per raggiungere perfettamente questa
grande Qualità” (Aksayamatri-nirdesa-sutra). Dobbiamo cominciare proprio dalla nostra famiglia,
perché proviamo attaccamento verso di loro, se non siamo capaci di provare compassione per i
membri della nostra famiglia, non potremo mai riuscire a provarne per gli altri esseri viventi. Quindi
dobbiamo partire proprio dai nostri familiari, una mente compassionevole fa sviluppare buone
qualità alle persone che ci circondano, se in casa abbiamo persone che ci criticano, che sono egoiste,
se usiamo la compassione evitando di danneggiarle, esse non sperimenteranno sofferenza, e
smetteranno di avere quel tipo di comportamento errato verso i nostri confronti e verso gli altri, la
compassione è contagiosa, se noi la usiamo verso i nostri cari creeremo azioni in assenza di
sofferenza, e daremo a loro felicità, allo stesso modo noi riceveremo felicità, e questo ci farà capire
che la felicità degli altri dipende da noi. Quando avremo sviluppato compassione verso i nostri cari,
potremmo iniziare con le persone per cui proviamo indifferenza, pensando a tutte quelle persone
che lavorano per rendere la nostra vita migliore, da quello che confeziona vestiti, al panettiere, a
quelli che lavorano in fabbrica e che nemmeno sappiamo lo stato della loro vita, tutti gli esseri su
questa terra che lavorano danno il loro contributo per rendere la nostra vita più facile, dandoci
l’opportunità di poter avere più tempo per noi stessi.
La compassione non solo porta beneficio a chi si dona, ma cambia l’ambiente che ci circonda, tutto
dipende da noi, dal modo di come vogliamo dare senso alla nostra vita.
Dopo aver sviluppato compassione per chi proviamo attaccamento e gli esseri che prima erano
indifferenti, adesso dovremmo svilupparla per quelli per cui proviamo disagio, odio, ma per
svilupparla abbiamo bisogno di capire i difetti o afflizioni che dimorano in noi, attaccamento, odio,
avidità, invidia, ignoranza ecc. che sono la causa della nostra sofferenza, e che liberi da questi
saremmo persone migliori, felici. Quando avremmo compreso che la causa maggiore della nostra
sofferenza è l’Ego, quella mente che rivolge e desidera i piaceri verso sè stessi e che questa è una
attitudine che genera solo insoddisfazione e disagio, desidereremo il distacco da essi.

Una mente Compassionevole è l’eccellenza di tutte le buone qualità, nasce con l’amore,
quell’attitudine che desidera e si impegna in modo tale che gli altri siano felici, e che crea le cause di
felicità.
Dopo aver compreso i nostri difetti, possiamo comprendere che anche gli altri esseri vivono la nostra
stessa situazione, e che alcuni in maniera più pesante, a causa di molti fattori, l’ambiente, la loro
famiglia, i loro amici, e la forza di afflizioni più pesanti che dimorano in loro, tutti questi fattori sono
filtri che li rendono ai nostri occhi, persone malvagie, brutte, e che anche loro come noi, vogliono
essere felici e non vogliono soffrire.
Allora perché non provare Compassione per questi esseri completamente persi e intrappolati nei
loro difetti mentali?
Quando ci svegliamo dovremmo adottare questo pensiero: oggi addestrerò la mia mente allo
sviluppo della Compassione, tutti gli esseri vogliono essere felici, ed io sarò lo strumento che renderà
loro felici e prenderò su di me le loro sofferenze.
La Compassione è il gioiello che esaudisce i desideri, ogni essere può trarre beneficio dalle nostre
azioni, pacificando le loro sofferenze, praticando la compassione saremo liberi
dall’autogratificazione, sentendo un grande sollievo che ci libererà dalle tensioni nel nostro cuore,
liberandoci dalla prigione dell’autocompiacimento.
Quando generiamo Compassione all’inizio siamo mossi da un sentimento di responsabilità verso gli
altri esseri, perché riconosciamo la sofferenza che dimora nelle loro menti, in questo modo saremo
spinti dall’amorevole Compassione, durante il nostro percorso potremmo pensare che essi sono
molti e che è veramente difficile poterli aiutare tutti, ma questo non deve scoraggiarci, perché con
noi dobbiamo proiettare la compassione in ogni azione, mentre dormiamo, mentre mangiamo,
nell’incontrare ogni tipo di essere, in questo modo arriveremo all’obbiettivo di una mente illuminata,
proprio come i più grandi maestri di ogni religione, tutti loro erano spinti dal desiderio di beneficiare
gli altri, abbandonando il pensiero rivolto a se stessi.

Meditazione: Sedete in una comoda posizione meditativa riconoscendo che la posizione che sceglierete di
eseguire possiate tenerla per almeno 20 minuti. Dopo aver scelto la propria postura meditativa, distendete
la colonna vertebrale, rilassate le spalle, allineate le vertebre cervicali portando il mento leggermente
indietro ma senza abbassare la fronte in avanti. La punta della lingua tocca il palato e gli incisivi, i denti si
sfiorano, la bocca socchiusa e la mandibola rilassata. Lo sguardo degli occhi è rivolto verso la punta del
naso o verso il pavimento a circa un metro da voi, le palpebre sono chiuse e rilassate. Rimaniamo per
qualche minuto portando l’attenzione mentale sul nostro respiro spontaneo, questo ci servirà per allentare
le nostre concezioni, dobbiamo evitare due fattori che sono da ostacolo alla nostra meditazione, che sono
torpore ed eccitazione, quando l’oggetto di meditazione svanisce, questo si chiama torpore, e quindi
dobbiamo dare più luce al nostro oggetto; quando l’oggetto della nostra meditazione scompare è perché
stiamo osservando altro e questo si chiama eccitazione, quindi dobbiamo riprendere la mente attraverso
l’introspezione e riportarlo sul nostro oggetto virtuoso. Dopo che abbiamo ottenuto un po’ di stabilità
mentale, pensiamo a tutti gli esseri che stanno soffrendo, e che ognuno di loro ha bisogno del nostro aiuto,
visualizziamo nel centro del nostro torace fasci di luce che si diffondono in ogni parte, in tutte le direzioni, e
dentro questi fasci di luce ci sono tantissimi piccoli noi che vanno a esaudire i desideri di ogni essere,
beneficiandoli della nostra compassione, prendendosi in sé le loro sofferenze liberandoli completamente,
se volete potete ripetere il Mantra che genera Compassione di Avalokiteshvara OM MANI PADME HUM, 7,
21 0 108 volte o quante volte desiderate.
Rimaniamo con questa visualizzazione, se per noi è difficile beneficiare quelli per cui proviamo sentimenti
negativi, o indifferenti, cominciamo con gli esseri per cui proviamo attaccamento, come i nostri familiari,
amici, possiamo farlo anche ad un’unica persona, magari quella di cui siamo venuti a conoscenza che ha
una malattia e vorremmo che guarisca. Anche se adesso non abbiamo quelle realizzazioni di poter
beneficiare gli esseri, dovremmo addestrarci ogni giorno, perché solo così un giorno saremo in grado di
essere il gioiello che esaudisce i desideri di tutti gli esseri.
“La compassione da sola è considerata come il seme del raccolto eccellente di un conquistatore, e
come l’acqua per il suo sviluppo, e come la maturazione in uno stato di lunga fruizione, perciò
all’inizio io lodo la Compassione” Chandrakirti

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