La mente equanime

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Per sviluppare equanimità abbiamo bisogno di smettere dividere gli esseri in categorie, come amici,
nemici e indifferenti.
L’equanimità serve per abbattere quella mente discriminante verso gli esseri che nel quotidiano
alcuni li reputiamo amici, e nei quali sviluppiamo forte attaccamento; poi i nemici, che sono quelli
che magari ci hanno danneggiato, o hanno danneggiato le persone a noi care, o magari quelle che
etichettiamo malvagie o antipatiche. Quando parliamo di nemico, mi rivolgo a quelle persone che al
pensiero di incontrarle, in noi nasce disagio e sofferenza. Poi abbiamo la persona che reputiamo
indifferente, perché non ci ha danneggiato, non ci ha beneficiato e quindi pensiamo che sia
indifferente proprio per il fatto che non abbiamo creato una connessione con quest’ultima.
Questo modo di percepire e quindi dividere in categorie le persone ci porta a una comprensione
sbagliata di cosa sia l’interrelazione con gli esseri.
Se vogliamo sviluppare una mente che vede tutti gli esseri nello stesso modo, dobbiamo sviluppare
nella nostra mente, equanimità, una mente equanime, è una mente che non cade negli estremi di
attaccamento e odio, una mente equanime ha come risultato l’equilibrio, che nella pratica
meditativa è cosa molto importante.
Per cominciare dovremmo prendere come oggetto di meditazione gli esseri che reputiamo amici, o
nostri cari, quelli che solo il sapere che essi stiano male ci porta sofferenza. Per sviluppare
equanimità e quindi far diminuire il forte attaccamento che abbiamo verso quelle persone,
dovremmo pensare al fatto che non c’è stabilità e certezza nel trovare un amico che possa esserlo
per sempre. Molte volte durante la nostra vita abbiamo avuto amici che poi sono risultati sgradevoli,
e quindi dovremmo analizzare l’incertezza dell’amicizia. Così che saremo sempre pronti al
cambiamento e non saremo rammaricati quando li perderemo. Se estendiamo questo pensiero non
solo a questa vita ma nelle vite passate, a tutte le volte che abbiamo cambiato famiglia, amici,
nemici ed indifferenti continuamente, comprenderemo che questo modo di dividere in categorie le
persone è sbagliato.
Chi oggi reputiamo nostro nemico, in passato sicuramente ci ha beneficiato, e chi è nostro amico
adesso, in passato ha fatto il contrario, lo stesso per chi reputiamo una persona indifferente.
Dobbiamo anche comprendere che tutti noi abbiamo molti difetti mentali, e che quando la nostra
mente manca di consapevolezza è debole, e a causa di questo noi veniamo dominati dalle afflizioni
(klesha), che sono la causa di tutta la nostra sofferenza.
Quando meditiamo visualizzando un amico, per far diminuire il proprio attaccamento dovremmo
pensare in questo modo: “questa persona mi ha beneficiato adesso, e lo farà in futuro, ma in vite
passate è stato molte volte anche mio nemico, quindi non c’è motivo che io generi così tanto
attaccamento”, meditando continuamente in questo modo svilupperete equanimità per l’amico.
Quando prendiamo come oggetto di meditazione la persona che reputiamo indifferente, dovremmo
pensare in questo modo: “questa persona in questa vita per me è indifferente perché non mi ha
beneficiato, né mi ha danneggiato, ma in molte vite sicuramente è stato sia mio amico che mio
nemico, quindi è irragionevole che questa persona mi sia indifferente”.
Quando prendiamo come oggetto di meditazione la persona che reputiamo nemico, si dovrebbe
pensare al fatto che quest’ultima come l’amico e la persona indifferente, è stato nostro amico molte
volte, e quindi non ce assolutamente motivo di essere così maldisposti verso questa persona. Tutta
via estendendo il nostro pensiero non solo in questa vita ma in quelle passate vedremo che l’amico,
il nemico e l’indifferente non esistono realmente, perché un amico non lo sarà per sempre, la stessa
cosa è per il nemico e l’indifferente. Quindi non c’è ragione di discriminare gli esseri in questo modo,

perché tutti loro sono uguali, non esistono dalla loro parte come vero amico, vero nemico o essere
indifferente.
Come noi, tutti gli esseri vogliono essere felici, e non c’è niente di male nel desiderare la felicità,
quindi è nostro compito liberarci prima possibile dalla ragnatela delle afflizioni mentali, perché
queste insieme alle nostre azioni non virtuose sono la causa della nostra sofferenza.
Dobbiamo addestrare la nostra mente in questa direzione se vogliamo essere liberi da attaccamento,
odio e ignoranza, sviluppando equanimità nella nostra mente svilupperemo calma e felicità, e
vivremo questa vita con equilibrio e stabilità, e quando le difficoltà si presenteranno le affronteremo
con positività e saggezza.

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