Se chiedessimo alle persone, cosa desidererebbero dalla vita? Questi ci risponderebbero,
Voglio essere Felice! Non conosciamo nessuno che desidera essere infelice, nessuno che
vorrebbe soffrire, ma sappiamo che la nostra vita è caratterizzata da alti e bassi, a volte
siamo felici, e altre volte facciamo esperienze difficili e pieni di sofferenza, mentre a volte
neutre. Tutto questo è caratterizzato dal modo in cui gestiamo le nostre emozioni.
Tutta la nostra sofferenza e felicità dipende dalla nostra mente, dal modo in cui ci
relazioniamo con il mondo che ci circonda. La causa del nostro disagio mentale, della nostra
insoddisfazione, e infelicità, dipende dall’esagerazione che mettiamo in ciò che desideriamo.
Se non-analizziamo la nostra mente nel momento in cui vive uno stato di disagio, non
riusciremo ad uscire dalla rete di insoddisfazione e disagio. Uno dei metodi efficaci per
vivere una vita felice, è quello di meditare sulla nostra Preziosa Nascita. Siamo così presi
dalle nostre attività quotidiane che abbiamo smesso di soffermarci nell’osservare quanto
siamo fortunati di avere l’opportunità di vivere in un corpo umano, libero da impedimenti
fisici e mentali. La nostra infelicità dipende dal fatto che ci affatichiamo nell’ottenere
qualcosa che in quel momento desideriamo, dopo esserci affaticati nell’ottenerla, il
desiderio cessa e inizia la paura di perderla o che ci venga tolta, quindi viviamo in costante
disagio mentale, che inevitabilmente crea scompensi fisici.
Non ci rendiamo conto che avere un corpo e una mente libera da impedimenti ci possa
permettere di coltivare le buone qualità, invece di soffocarle con il desiderio di ottenere
oggetti esterni pensando che questi ci possano rendere felici. Se prendiamo in esame le
persone molto ricche, potremmo dire che esse non avranno problemi di cibo, vestiti e un
letto dove poter dormire. Ma sicuramente avranno molti problemi mentali proprio come
una persona non ricca, uno di questi il desiderio, che genera attaccamento, questa afflizione
mentale danneggia il nostro stato naturale della mente, e attraverso i nostri sensi ci proietta
continuamente nel mondo che ci circonda, vivendo quel momento dominati dal mondo
sensoriale e afflittivo, quando proviamo attaccamento la nostra mente si agita, è
insoddisfatta, e quindi triste.
Per vivere nel Nirvana (pace mentale) in ogni momento dovremmo prendere le distanze
con l’attaccamento, questo non significa che se siamo benestanti non dovremmo goderci ciò
che abbiamo, ma potremmo apprezzare di più ciò che abbiamo con una mente libera da
attaccamento. Per essere in pace mentale dovremmo iniziare a smantellare e distruggere gli
intossicanti mentali, le nostre afflizioni, che fanno da filtro al modo corretto di poter vivere
una vita felice e soddisfacente.
Tutte le forme di yoga e nelle pratiche meditative, insegnano che la nostra mente è piena di
intossicanti o afflizioni, e per poter arrivare ad una pace perfetta, dovremmo liberarci di
questi usando i rispettivi antidoti, ma per poter essere l’antidoto efficace, devo prima
individuare e riconoscere l’afflizione mentale.
Se abbiamo grande desiderio di felicità dovremmo lavorare per ottenerlo, perché è giusto
essere felici, ma per arrivare ad ottenere questo stato mentale, non dobbiamo più guardare
fuori, ma dentro di noi, una mente felice apprezza ogni cosa, ma non prova attaccamento
per essa, ne usufruisce ma riconosce la sua natura impermanente, e quindi al momento che
se ne separerà la sua sofferenza sarà molto minore o non ne avrà affatto.
L’odio è l’intossicante più distruttivo, esso brucia completamente la nostra pace e ci fa
vivere momenti di piena sofferenza, dovremmo combatterlo e dominarlo per poi
distruggerlo. Analizzando l’odio e portandolo alla memoria di quando ci siamo arrabbiati,
vedremmo che esso ha reso quei momenti orribili e ha portato separazioni, nessuno ama le
persone che odiano, chi ama una persona che odia è perché si identifica nell’odio, ma non
ne è felice, perché l’odio porta solo sofferenza. Mentre se ci identificassimo nell’amore,
nella gioia, e nell’equanimità vivremmo solo stati felici, e pieni di soddisfazioni.
Santosha significa accontentarsi, dovremmo adottare Santosha nel nostro quotidiano, nelle
nostre attività, perché lamentarsi non porta a niente, ma agire in modo che la nostra mente
sia felice, questo sarebbe il miglior atteggiamento.
Quando ci svegliamo la mattina non dovremmo nemmeno scendere dal letto, e pensare subito alle mille cose da fare durante la giornata, ma dovremmo se sarà possibile mettersi seduti a gambe incrociate (questo perché in questo modo l’energia circola e non si disperde) ma se non riuscite possiamo rimanere anche sdraiati. Poi iniziare portando la nostra attenzione sul respiro che attraverso le narici crea una sensazione di calma, per poi analizzare il fatto che oggi siamo svegli, che nel
mondo vi sono molte cause negative che possono accorciare la vita umana, mentre noi
siamo vivi, abbiamo un corpo sano e una mente sana, libera da impedimenti, e viviamo in un
paese democratico, non corriamo nessun rischio di vita, viviamo in un posto dove ci sono
molte religioni e che possiamo scegliere, ci sono esseri meravigliosi che ci amano, e che ci
danno insegnamenti, poi dovremmo pensare al fatto che il nostro corpo è della natura
dell’impermanenza, e che un giorno dovrà lasciarci, e che il suo momento non è certo,
quindi non lo sappiamo e nessuno potrà aiutarci. Se pensiamo in questo modo e facciamo
nostro questo pensiero apprezzeremmo la vita con gioia attimo dopo attimo ma con la
saggezza che tutto questo non durerà, in questo modo apprezzeremmo i pochi momenti che
dedichiamo alla nostra famiglia, ai nostri amici, evitando l’attaccamento, evitando l’odio e
godendoci di tutto ciò che abbiamo come esseri saggi.
Vivere con le aspettative ci farà vivere una vita proiettata al futuro facendoci perdere il
presente, se analizziamo le aspettative, queste ci fanno vivere situazioni di ansia, e di non
accettazione, ma se pensiamo che tutto ciò per cui abbiamo riposto le nostre aspettative,
queste non son o mai state per come le avevamo pensate, non c’è niente di certo nella vita,
avere desiderio di stare bene è giusto, ma se lavoriamo con consapevolezza e calma
mentale, avremmo l’occasione di arrivare dove vorremmo, però dobbiamo sempre
analizzare quel tipo di desiderio per non esserne dominati, e capire se ci può fare bene o no,
se ci porta agitazione o sofferenza sarebbe bene evitarlo.
Siamo abituati a pensare che la felicità dipenda dal mondo esterno, quando la felicità è li
che ci aspetta da un tempo senza inizio, proprio lì nel cuore.
“quando andiamo a lavorare facciamolo con l’attitudine che andremo a beneficiare gli esseri
che hanno bisogno del nostro lavoro, perché se andassimo a lavorare con una attitudine
negativa, questa porterà disagio e non saremo veramente di beneficio. Comunque sia
dovremmo andare e quindi perché non farlo con un’attitudine positiva visto che mi porterà
felicità mentale?” Lama Ghesce Tenzin Tenphel